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Tommaso PEDROTTI

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I nostri servizi:

acqua calda coperte stufa


m. 2491

Gruppo Brenta
Ubicazione Sella Del Rifugio
Comune S. Lorenzo In Banale
Provincia Trento
Proprietà CAI - SAT Trento
Telefono +39 0461 948115 opp. +39 348 3534875
Gestore Guida Alpina Franco Nicolini, cell. +39 349 3646251
Informazioni info@rifugiotosapedrotti.it
Posti 120
Loc. invernale 21
Apertura estiva
Note grande affollamento. Locale invernale nel vicino rifugio Tosa
Categoria D
Ristrutturato 2000
Modificato 06-07-2017


Accessi e itinerari
a cura di Claudio Donini


Ubicazione Sella Del Rifugio
Accesso dal Rifugio Selvata. Il sentiero (segnavia n. 319) va zigzagando sotto la Cima delle Fontane Fredde, attraversa il torrentello chiamato Acqua della Dosola e passa attraverso una zona erbosa dove sorgono le rovine dell?antico Baito dei Massodi, 1994 m. Tra dossi erbosi e valloncelli raggiunge una depressione, che in occasione di forti precipitazioni si riempie d?acqua, denominata Laghet, 2165 m.
Si prosegue fra i ghiaioni e, superato uno sperone, si arriva al Rifugio Tosa, e poco dopo al Rifugio Pedrotti (ore 2.30, E)
da Molveno, per la Val delle Seghe (sentiero n. 319, ore 4,30)
da Molveno, per la Val di Ceda (questo è un sentiero ripido e faticoso, molto più consigliabile per un?eventuale discesa che per la salita). Si raggiunge la località Fortini di Napoleone costeggiando il lago per la riva ovest (30 min.).
Da qui si segue la strada sterrata che porta al Rifugio Malga d?Andalo; dopo alcune centinaia di metri dall?inizio di questa strada si trova la partenza del sentiero n. 326 della Val di Ceda. Si prosegue per il sentiero molto ripido in mezzo al bosco, e dopo alcuni gradoni rocciosi si raggiungono le rovine di Malga Ceda Bassa, 1434 m (ore 2.30).
Si prosegue a destra nel bosco e poi a zig zag per un pendio ghiaioso si giunge ai ruderi di Malga Ceda Alta, 1815 m. Seguendo i segni rossi del sentiero(non molto frequenti) si arriva al Passo di Ceda, 2223 m.
Ci si affaccia alla Pozza Tramontana, chiusa dal massiccio della Tosa, si segue la traccia di sentiero sulla destra, si sale molto ripidamente sui pendii franosi del Monte Daino fino quasi alla base del Croz del Rifugio, per continuare fino al Rifugio (ore 5, EE)
dal Rifugio Brentei. Il sentiero n. 318 si dirige comodamente fino ai piedi del pendio che dopo alcune roccette ed un nevaio porta alla Bocca di Brenta, 2552 m. Si scende e si segue il sentiero che per cengia rocciosa porta al Rifugio (ore 1.30, EE)
Escursioni Monte Daino, 2695 m. L?ascensione del Monte Daino dal Rifugio Pedrotti è breve e abbastanza facile, ed è molto remunerativa per la splendida veduta del Gruppo di Brenta, del Lago di Molveno, delle Dolomiti Orientali e della Valsugana. La sua posizione isolata e alquanto staccata dalla catena principale del Brenta, ne fa un punto panoramico tra i migliori della zona.
Dal Rifugio si seguono le tracce di sentiero, in leggera discesa, che aggirano la base occidentale del Croz del Rifugio fino a raggiungere la larga sella tra il Croz e il Monte Daino. Si gira sul lato est una pozza profonda e caratteristica e si arriva nell?ampia conca detritica detta Busa del Daino. Per tracce fra roccette si sale all?incisione di cresta più profonda tra le due cime (fin qui si trovano ometti di sassi e segni sbiaditi). A questo punto si gira a sinistra e seguendo a tratti la cresta e a tratti il costone erboso sul versante orientale, si raggiunge la cima NNE (ore 1, EE)
ascensioni Cima Tosa, 3173 m, per la via normale. Questa, pur essendo semplice (II grado), è pur sempre un?ascensione alpinistica, necessita quindi, oltre a delle capacità tecniche, anche dell?adeguata attrezzatura (corda, imbracatura e discensore per la discesa a corda doppia).
La Cima Tosa è il colossale massiccio che si eleva nel cuore del Gruppo di Brenta e con i suoi 3173 m ne è anche la cima più alta. Dalla chiesetta presso il Rifugio Pedrotti parte il sentiero (segnalato) che aggira la Brenta Bassa sul lato SE (verso la Pozza Tramontana). Arrivati al bivio con il Sentiero Palmieri si prende il percorso di destra che prosegue pianeggiante fino ai piedi della Cima Margherita. Salendo ora verso sinistra il sentiero porta nell?ampio vallone occupato in alto dalla Vedretta Superiore della Tosa. Lo si risale tenendosi sulla destra (tracce ed ometti) fin nella sua parte superiore. Si sale a destra su facili gradini dove, sopra uno zoccolo di rocce biancastre, la ripida fascia di rocce appare meno alta.
La fascia è solcata nel mezzo da un profondo camino nero, spesso bagnato che si apre a sinistra (alto circa 20 m). Si sale su appigli ottimi ma lisciati dall?uso, fino ad una nicchia; da questa si esce a destra su una stretta cornice e qualche gradino porta verso destra nella prima conca detritica. Si risale tutta la conca senza percorso obbligato, poi si supera un altro facile gradone e risalendo direttamente la conca più alta, si esce sull?ampio pianoro nevoso sommatale. Lo si percorre verso sinistra (SO) e, raggiunta la cresta nevosa, la si segue fino alla cima (ore 3)
Le cime che si possono raggiungere dal Rifugio tramite ascensioni alpinistiche sono innumerevoli, perciò per eventuali arrampicate si consiglia di consultare le guide pubblicate sul Gruppo di Brenta.
Per chi ama l?arrampicata sportiva o per sgranchirsi quando il tempo è incerto, vicino al Rifugio c?è una palestra d?arrampicata. Questa si trova alla base della parete SSE della Cima Brenta Bassa, dove parte la Via Camino Pederiva. Si raggiunge in tre minuti passando dietro la chiesetta e seguendo le tracce che portano appunto alla base della parete.
Sulla falesia si trovano circa 25 tiri con difficoltà che vanno dal 5a al 7c, le vie sono tutte spittate ed hanno sosta su catene.
Per maggior informazioni rivolgersi direttamente al Rifugio
Traversate al Rifugio Agostini, per la Forcolotta di Noghera - Sentiero Palmieri. Dal Rifugio Pedrotti si sale alla Chiesetta e si gira a sinistra, si segue il sentiero che all?inizio è lo stesso che porta alla Cima Tosa e alla Ferrata Brentari segnalato con i numeri 304 e 320. Dopo circa 10 minuti si giunge ad un bivio, si prende il sentiero che scende a sinistra (targa metallica indicante il nome del Sentiero Palmieri). Il sentiero ci porta, scendendo, sul lato opposto della Pozza Tramontana, risale quindi con una serie di comode svolte allo spallone che domina il Passo di Ceda.
Da qui il sentiero percorre un tratto quasi pianeggiante per poi scendere alcuni metri alla Forcolotta di Noghera, 2423 m, da dove si domina tutta la testata della Val d?Ambiez (ore 1.30).
A questo punto il sentiero scende alcune decine di metri e poi taglia in quota la parte terminale della Valle, raggiunge la strada sterrata e con un paio di serpentine arriva al Rifugio (ore 2.30, EE).
Sul Sentiero Palmieri si può trovare anche una deviazione (Sentiero Palmieri bis). Con questo sentiero si evita di scendere verso la Pozza Tramontana rimanendo un po? più in quota, però il tragitto è un po? più lungo e presenta un tratto attrezzato, il tempo di percorrenza rimane invariato rispetto all?originale
al Rifugio Agostini, per la Sella della Tosa - Via Ferrata Brentari. Il primo tratto di sentiero è lo stesso dell?itinerario precedente, quando si giunge al bivio con il Sentiero Palmieri, si tiene la destra (segnavia n. 304) costeggiando le bastionate rocciose che sovrastano la Pozza Tramontana, il sentiero sale quindi un po? zigzagando i ghiaioni detritici sottostanti il massiccio della Cima Tosa. Si raggiunge lo zoccolo biancastro sotto il camino della Cima Tosa, a questo puntosi traversa a sinistra e si raggiunge la spalla orizzontale della Sella della Tosa, 2860 m.
Si attraversa lungo un sistema di cenge, si attraversa un ponticello sospeso e dopo circa 10 minuti si raggiunge la Bocca della Tosa. Di qui si scende per via ferrata sulla Vedretta d?Ambiez, si prosegue scendendo sul nevaio, si raggiunge la morena e seguendo le tracce si raggiunge il Rifugio (ore 3, EEA)
al Rifugio Garbari ai XII Apostoli, per la Via Ferrata Brentari ed il Sentiero dell?Ideale. Si segue il sentiero e Via Ferrata Brentari fino alla Vedretta d?Ambiez, da qui invece di scendere a sinistra verso il Rifugio Agostini, si prosegue attraversando la parte terminale della vedretta e poi si sale alla Bocca d?Ambiez (in questo tratto sono presenti alcuni cavi metallici per facilitare la salita), al di là della forcella si scende ripidamente e tramite via ferrata alla Vedretta dei Camosci.
Nel tratto superiore il sentiero si biforca: a destra si scende al Rifugio Brentei attraverso il ghiacciaio (consigliati piccozza e ramponi) per il Sentiero Martinazzi (segnavia n. 327), a sinistra si sale alla Bocca dei Camosci, 2770 m, per un breve tratto lungo blocchi di rocce. Da qui il sentiero ci conduce fin giù al Rifugio Garbari ai XII Apostoli attraverso un terreno ghiaioso (segnavia n. 304, ore 5, EEA-F).
Visto l?attraversamento di tratti innevati o ghiacciati si consiglia l?attrezzatura da ghiaccio per la percorrenza di questi sentieri
al Rifugio Brentei, per la Bocca di Brenta. Si aggira la baracca della teleferica e si segue il sentiero (segnavia n. 318) sulla cengia che porta alla Bocca di Brenta 2552 m. Da qui si scende sul nevaio o sulle roccette, secondo la stagione, obliquando leggermente a sinistra, fino a raggiungere dei salti di roccia, si seguono i segni rossi che portano fino ad un tratto dov?è presente un cordino metallico per sicurezza.
Arrivati in fondo ai salti rocciosi si percorre ancora un tratto su nevaio per arrivare al sentiero molto evidente e da qui pianeggiante, lo si segue per mezz?ora finché si giunge al Rifugio (ore 1, EE)
Ai Rifugi Tuckett e Sella, per il Sentiero Orsi. Questo sentiero presenta un tratto attrezzato ed abbastanza esposto, non è difficile però è sconsigliato a chi soffre di vertigini, è in ogni caso uno dei percorsi più vari ed interessanti del gruppo per la continua varietà di scenari in cui si svolge.
Dal Rifugio si scende per un tratto lungo il sentiero che porta a Molveno (n. 319) fino ad un ripiano una cinquantina di metri sotto il Rifugio Tosa, dove si stacca a sinistra un sentiero (segnavia n. 303) che all?inizio scende per delle roccette e poi per saliscendi aggira la base del fianco della Brenta Alta.
Dopo un breve tratto si arriva alla Busa degli Sfulmini da cui si può godere di uno dei più bei panorami del Gruppo di Brenta, da qui si ha la miglior veduta della Brenta Alta, dei Campanili Basso ed Alto, degli Sfulmini, della Torre di Brenta e delle Cime degli Armi.
Il sentiero passa poi nella Busa degli Armi anch?essa attorniata da una superba cerchia di cime rocciose. Attraversa questa conca, sale brevemente ad uno spallone ai piedi di un caratteristico piccolo corno roccioso e si affaccia alle Val Perse e alla Cima Roma (ore 1.30).
Da qui il sentiero percorre una cengia incavata nella parete strapiombante presso la Punta Mezzana (corda metallica), poi esce su un piccolo sperone, aggira un paio di canaloni e scende nella vasta testata delle Val Perse. Si traversa in quota per detriti e nevai alla base dell?imponente parete est della Cima Brenta, poi si entra nel ripido canalone che sale verso sinistra. Lo si rimonta faticosamente fino alla Bocca di Tuckett, 2648 m. Si scende sul nevaio fino a trovare il sentiero che corre sul fianco destro della morena e porta al Rifugio (ore 3-3.0, EEA)
Al Rifugio Alimonta, per la Via delle Bocchette Centrali. Questo è un percorso tra più conosciuti del Gruppo di Brenta, ne attraversa la parte centrale offrendo un paesaggio alpinistico mozzafiato e passaggi interessanti.
Dal Rifugio in 10 minuti si sale alla Bocca di Brenta, 2552 m, e da qui si scende alcune decine di metri verso destra fino alla prima scaletta della Via Ferrata. Si segue una cengia sufficientemente larga ma esposta che attraversa la parete ovest della Brenta Alta, si passa sopra due ponticelli di legno sospesi nel vuoto e si arriva sulla parete nord da dove si ha una magnifica vista del Campanile Basso.
A questo punto la via sale segnata da corde metalliche che aiutano a raggiungere la Bocchetta del Campanil Basso. Si sale ancora con l?aiuto di corde metalliche fino ad una selletta posta ai piedi di un pinnacolo chiamato La Sentinella. Il sentiero prosegue lungo il versante est del Campanil Alto su una cengia naturale, per raggiungere la sottostante Bocchetta Bassa degli Sfulmini, sulla cui parete orientale si snoda ancora un?altra cengia, molto esposta e che offre uno stupendo spettacolo d?impervie voragini che si allungano nella bassa Val dei Massodi, per trasferirsi su uno stretto terrazzo soprastante la Bocca degli Armi.
Lo si aggira fino al versante opposto e con l?ausilio di alcune scale metalliche si deve superare un salto di roccia che porta alla Vedretta degli Sfulmini, da qui in pochi minuti si scende al Rifugio Alimonta oppure prosegue in quota e si attacca la Via Ferrata delle Bocchette Alte (segnavia n. 305, ore 5, EEA)




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